La montagna perduta

Come la pianura ha condizionato lo sviluppo italiano

a cura di Gianfranco Cerea e Mauro Marcantoni

Presidio idrogeologico e della biodiversità, custode della qualità dell’aria e della qualità delle acque – dunque della qualità della vita – la montagna in Italia non gode di buona stampa. La sua immagine è quella di uno spazio residuale, mentre il territorio nazionale, in realtà, è prevalentemente montuoso. Si pensa alla montagna come a un’Arcadia, mentre è un prezioso bene comune. La si associa all’idea di conservazione e di passato, mentre molte esperienze dimostrano che la prospettiva per la montagna può essere quella di una nuova progettualità. D’altra parte dal dopoguerra a oggi le dinamiche sociali dei territori d’alta quota, per l’agire congiunto di una minore forza politica e di un maggiore costo delle opere, sono state caratterizzate da fenomeni di spopolamento e abbandono, e i numeri sono lì a dimostrarlo: se la popolazione italiana negli ultimi 60 anni è cresciuta di circa 12 milioni di persone, la montagna ne ha perse circa 900 mila. Tutta la crescita, in pratica, si è concentrata in pianura (8,8 milioni di residenti) e collina (circa 4 milioni). Un dissanguamento del quale si è parlato poco. Prova a farlo oggi, fornendo dati e statistiche, il rapporto “La montagna perduta. Come la pianura ha condizionato lo sviluppo italiano”.
La ricerca promossa da CER (Centro Europa Ricerche) e tsm-Trentino School of Management è stata realizzata da un gruppo di lavoro composto da Gianfranco Cerea, Stefano Fantacone, Petya Garalova, Mauro Marcantoni e Antonio Preiti. Il rapporto è la descrizione di un declino, con dati e raffronti inediti. Ma è anche uno strumento per chi voglia porsi nella prospettiva di ripensamento del sistema di gestione dei beni comuni, dei servizi pubblici, delle attrezzature collettive, contribuendo a fornire risposte alla domanda estesa di nuove forme di governo dei territori e della cosa pubblica.

Disponibilità: €18,00 – 9788891729651

Edizione: Franco Angeli/tsm-Trentino School of Management, Milano, 2016, pp. 124

Formato: 15,5×23 cm, brossura